ASIC

DESIGN

Cosa significa progettare
circuiti integrati su misura

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La progettazione ASIC (Application-Specific Integrated Circuit) rappresenta una scelta strategica per aziende che richiedono soluzioni ad alte prestazioni, affidabili e personalizzate. Microtest si propone come partner tecnologico per la realizzazione di circuiti integrati su misura, offrendo un approccio completo e flessibile, dal concept alla validazione finale. Grazie a competenze verticali e a una lunga esperienza nel settore, garantiamo risultati di alta qualità, ottimizzati per le esigenze specifiche di ogni applicazione.

La progettazione di un ASIC consiste nello sviluppo di circuiti integrati finalizzati a svolgere una funzione specifica all’interno di un sistema elettronico. Rispetto ai componenti generici (COTS) e ai progetti basati su componenti proprietari (COT), un ASIC garantisce prestazioni elevate, consumi ridotti e un fattore di forma compatto.

Gli ASIC sfruttano tecnologie VLSI (Very Large Scale Integration) per ottenere un’elevata densità di transistor e garantire la piena integrazione tra circuiti analogici e digitali. Questo si traduce in dispositivi affidabili, efficienti e ottimizzati sui parametri critici.

Caratteristiche

ASIC
COT
COTS
Prestazioni
Ottimizzate, alte
Ottimizzate, ma dipendenti dagli strumenti
Standard, moderate
Consumo energetico
Basso
Medio
Più alto
Fattore di forma
Il più piccolo, altamente integrato
Flessibile, integrazione moderata
Il più grande, integrazione generica
Sicurezza
Personalizzata, alta
Personalizzabile, moderata
Standard, bassa
Costi di sviluppo iniziali
Alti
Da moderati ad alti
Bassi
Costi di sistema a lungo termine
I più bassi
Moderati
Più alti
Complessità del circuito stampato
La più bassa
Moderata
Alta
Proprietà IP
Piena proprietà
Proprietà condivisa o parziale
Nessuna

La progettazione ASIC è una disciplina strategica nell’industria microelettronica: consente di ottenere circuiti integrati su misura per requisiti di performance, affidabilità e miniaturizzazione, garantendo un’elevata efficienza e un’ottimizzazione dei costi su tutto il ciclo di vita del prodotto.

Design

Design analogico vs digitale: due mondi da integrare

Nella progettazione di circuiti integrati su misura, la sinergia tra design analogico e design digitale è la chiave per ottenere ASIC ad alte prestazioni, capaci di rispondere a esigenze di precisione, velocità e affidabilità.

Il design analogico gestisce segnali continui sia nel tempo che nell’ampiezza, tipicamente derivanti dalla conversione di grandezze fisiche reali, come temperatura, pressione, luce, in segnali elettrici utilizzabili, oppure destinati a pilotare specifici trasduttori. La progettazione di circuiti analogici richiede un’attenta considerazione di molteplici fattori che possono influenzare le prestazioni finali, tra cui la variabilità del processo tecnologico, la temperatura operativa, gli effetti piezoelettrici, gli accoppiamenti e i componenti parassiti introdotti dalla tecnologia di realizzazione. Si tratta di un’attività che opera a livello dei singoli componenti elementari – transistori, resistenze, capacità – i quali devono essere dimensionati in modo accurato per garantire il corretto funzionamento del circuito. 

Il design digitale si concentra sulla gestione di segnali discreti, sia nel tempo che nell’ampiezza. Questa caratteristica consente di ottenere un’elevata robustezza al rumore e di incrementare significativamente la capacità di elaborazione dei segnali a parità di area, permettendo l’implementazione di funzioni anche molto complesse in spazi estremamente ridotti. La progettazione avviene a livello descrittivo, definendo funzionalità e comportamenti tramite linguaggi come il VHDL. Le principali problematiche da affrontare riguardano il rispetto dei vincoli temporali (timing), considerando anche le condizioni peggiori del processo tecnologico. Poiché il design digitale si basa su segnali discreti, è necessario prevedere circuiti analogici di interfaccia – come gli ADC (Analog-to-Digital Converter) – in grado di convertire i segnali continui provenienti dal mondo esterno in segnali digitali quantizzati. Analogamente, per pilotare trasduttori o attuatori, sono indispensabili convertitori DAC (Digital-to-Analog Converter), che trasformano i segnali digitali di uscita in segnali analogici.

La fusione di questi due ambiti consente di creare ASIC mixed-signal: soluzioni integrate in grado di combinare la sensibilità e la precisione analogica con la programmabilità e flessibilità del digitale. Questa integrazione è oggi imprescindibile in settori come medicale, automotive e industriale.

Il design analogico si occupa della progettazione di circuiti che elaborano segnali continui, rappresentando grandezze fisiche in forma elettrica.

Esempi tipici di circuiti analogici:

  • Amplificatori operazionali: per amplificare segnali deboli provenienti da sensori.
  • Sensori analogici: per convertire variabili fisiche in segnali elettrici.
  • Oscillatori e comparatori: per generare clock di riferimento e confrontare livelli di tensione.
  • Regolatori di tensione (LDO, DC/DC): per alimentazioni stabili ed efficienti.

L’analog design richiede analisi dettagliate di parametri come linearità, offset, guadagno e reiezione del rumore. L’obiettivo è ottenere segnali puliti e stabili, anche in condizioni di stress operativo e di ambiente EMC critico.

Nei moderni ASIC, i blocchi analogici si integrano con sezioni digitali tramite convertitori ADC e DAC, oltre a logiche di controllo che ottimizzano le prestazioni in tempo reale. Questa sinergia consente di monitorare e regolare dinamicamente le grandezze fisiche, sfruttando la precisione analogica e la flessibilità del digitale per applicazioni avanzate.

Il design digitale riguarda la progettazione di circuiti logici che elaborano informazioni binarie, fondamentali per memorizzazione, calcolo e comunicazione tra moduli.

Esempi di circuiti digitali:

  • Microcontrollori e processori: per funzioni logiche e di calcolo.
  • Interfacce di comunicazione: UART, SPI, I2C, CAN-bus.
  • Memorie e registri: per l’archiviazione e la gestione dei dati.
  • Controllori PWM e logiche di temporizzazione: per la gestione dei segnali periodici e di controllo.

La progettazione digitale richiede una forte attenzione alla sincronizzazione dei segnali, alla minimizzazione del consumo e all’integrità del segnale. L’utilizzo di tool avanzati (Synopsys, Cadence) è indispensabile per garantire la robustezza e la scalabilità delle logiche progettate.

La collaborazione tra sezioni digitali e analogiche si traduce in circuiti mixed-signal che uniscono la precisione del mondo analogico alla programmabilità e all’efficienza del digitale. Ad esempio, i driver digitali regolano la risposta dinamica di un amplificatore analogico o monitorano in tempo reale le variazioni di un sensore, garantendo la massima affidabilità.

Tabella comparativa: Analogico vs Digitale

Parametro
Circuiti Analogici
Circuiti Digitali
Tipo di segnale
Continuo, rappresenta grandezze fisiche reali
Discreto, binario (0 e 1)
Componenti principali
Amplificatori, sensori, regolatori, driver
Porte logiche, flip-flop, registri, controller
Sensibilità al rumore
Alta, suscettibile a interferenze
Bassa, maggiore immunità
Precisione
Limitata da rumore e tolleranze
Elevata, grazie alla codifica binaria
Complessità progettuale
Alta, richiede simulazioni e verifica fisica
Supportata da strumenti di sintesi e automazione
Dentro un ASIC

Cosa c'è dentro un ASIC: design e layout dei circuiti integrati

Le tecnologie: come è fatto un ASIC

Alla base della tecnologia CMOS vi è il transistor MOSFET (Metal-Oxide-Semiconductor Field-Effect Transistor), un dispositivo a effetto di campo con un gate isolato da un sottile strato di ossido. I MOSFET esistono in due configurazioni complementari: NMOS (canale N) e PMOS (canale P), utilizzati insieme per realizzare le logiche CMOS che ottimizzano consumi e prestazioni.

Nel mercato dell’elettronica consumer, la tecnologia predominante per la realizzazione degli ASIC è il CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor), basata proprio sull’uso dei transistor MOSFET. La forza del CMOS risiede nella sua capacità di integrare un numero crescente di transistor per unità di area, grazie a un processo chiamato scaling. Questo ha permesso lo sviluppo di livelli di integrazione VLSI (Very Large Scale Integration, fino a 10⁹ transistor/chip) e ULSI (Ultra Large Scale Integration, fino a 10¹⁰ transistor/chip). Tuttavia, i limiti fisici dello scaling stanno emergendo a causa degli effetti di canale corto, che incrementano la potenza statica dissipata. Per proseguire nella miniaturizzazione, si studiano nuove soluzioni tecnologiche, come materiali con costante dielettrica elevata (ossidi ad alto K), substrati a elevata mobilità e architetture innovative come la tecnologia SOI (Silicon On Insulator) e i dispositivi multi gate.

Un ASIC CMOS viene realizzato a partire da un substrato, in genere di tipo P (nella tecnologia CMOS a n-well). Inizialmente, aree drogate N (n-well) vengono formate per ospitare i transistor P-MOS. Si cresce poi uno strato di ossido di campo, che isola elettricamente le aree non attive. Sulle aree attive si crea un ossido più sottile (ossido di gate) su cui viene deposto il polisilicio, formando il gate del transistor. Le regioni non coperte da questo strato vengono drogate per creare le zone attive: N+ per i transistor NMOS (direttamente sul substrato) e P per i PMOS (all’interno dell’n-well).

Segue la deposizione di un isolante da fase vapore, rimosso selettivamente nelle aree di contatto, e la metallizzazione, che connette il gate e le aree attive. Strati successivi di ossido e metallizzazione possono essere aggiunti per realizzare interconnessioni multiple, terminando con uno strato di passivazione, rimosso solo in corrispondenza dei pad di contatto che collegano il chip ai pin del package tramite i fili di bonding.

Componenti passivi integrati

Oltre ai MOSFET, negli ASIC si integrano anche resistori e condensatori:

Resistori di polisilicio: formati da strisce di polisilicio depositate sopra l’ossido di campo. La resistenza è determinata dalla lunghezza, dalla larghezza e dal drogaggio del polisilicio (P+ o N+). Per ottenere valori elevati di resistenza, si usa un drogaggio più leggero; per resistenze più basse si impiega polisilicio siliciurizzato.

Resistori diffusi: ottenuti da diffusioni direttamente sul silicio o all’interno di well. Essendo soggetti alla formazione di giunzioni parassite, la loro resistenza può variare con la tensione applicata, limitandone l’uso quando è richiesta alta linearità.

Tipi di condensatori integrati

Condensatori metal-metal (MOM): costituiti da linee parallele di metallizzazione separate da ossido e collegate in modo alternato. Offrono tensioni elevate ma capacità specifica ridotta.

Condensatori in polisilicio: realizzati con due strati di polisilicio separati da ossido, garantiscono capacità per unità di area elevata.

Condensatori poly-diffusion: formati tra un layer di polisilicio e una diffusione nel substrato, usando l’ossido di gate come dielettrico. La presenza di giunzioni parassite comporta un certo leakage e una dipendenza dalla tensione applicata.

Condensatori a giunzione: sfruttano giunzioni polarizzate in inversa (ad esempio p+ su n-well) e presentano una capacità variabile in funzione della tensione, tipica dei diodi varicap.

Dall’idea al chip: le fasi del IC Design

La progettazione di un ASIC è un processo costituito da varie fasi, ciascuna delle quali è cruciale per il successo dell’ASIC stesso:

Il processo di progettazione di un ASIC inizia con l’analisi dettagliata della specifica, basata sul data sheet del dispositivo e sulle esigenze applicative. Il data sheet rappresenta il documento di riferimento che definisce i parametri elettrici e le funzionalità, costituendo la base per le successive decisioni progettuali.

Basandosi sulla specifica, il progettista definisce l’architettura complessiva dell’ASIC, suddividendolo in blocchi funzionali. Ogni blocco rappresenta un circuito che implementa una funzione mirata. La progettazione segue un approccio gerarchico, con diverse “viste” associate a ciascun blocco:

  • Vista schematica: rappresenta il circuito tramite l’interconnessione di componenti elementari come MOSFET, resistori e condensatori.
  • Vista simbolica: mostra solo i terminali del blocco, facilitando l’interconnessione con altri blocchi.

Questo approccio modulare semplifica la gestione della complessità del sistema e garantisce una progettazione più ordinata e scalabile.

La progettazione degli schematici inizia con la definizione delle funzionalità del blocco e dei segnali di interfaccia. Utilizzando un design editor integrato con il design kit fornito dalla fonderia, il progettista seleziona i componenti disponibili nella tecnologia scelta.

Il circuito viene quindi simulato per verificarne il comportamento e le prestazioni rispetto alla specifica. Le simulazioni considerano modelli accurati dei componenti, inclusi nel design kit, e permettono di ottimizzare il dimensionamento dei componenti.

Le simulazioni includono anche verifiche di:

  • Design for Testability (DfT): inserimento di strutture ausiliarie per migliorare la testabilità, come multiplexer analogici di test mode e switch controllati per isolare i segnali durante il test.
  • Design for Reliability: adozione di tecniche per garantire l’affidabilità nel tempo, come simulazioni di aging per valutare il drift dei parametri e implementazione di circuiti per limitare tali effetti.
  • Design for Robustness: progettazione per garantire la robustezza contro fenomeni come ESD (Electrostatic Discharge) e EMC (Electromagnetic Compatibility).

Per garantire la qualità e l’affidabilità dell’ASIC, vengono implementate strategie di test specifiche:

  • Testabilità interna: tensioni e correnti rilevanti vengono instradate verso il livello top dell’ASIC tramite multiplexer analogici, permettendo la misurazione durante il test senza influenzare le prestazioni operative.
  • Stress test: applicazione di tensioni di stress su componenti critici, come power MOS, per identificare difetti latenti. Durante questi test, le circuiterie connesse vengono isolate tramite switch controllati.
  • Test di leakage (IDDQ test): misura delle correnti di leakage per identificare difetti nei dispositivi CMOS. Per garantire l’efficacia del test, le correnti dei blocchi analogici vengono disabilitate e i nodi flottanti forzati a potenziali noti.

Queste strategie sono fondamentali per assicurare che l’ASIC funzioni correttamente nel tempo e in condizioni operative reali.

Le Fasi

Fasi della progettazione ASIC: dal concept alla produzione

Design per...

la testabilità

Nel design di un ASIC è fondamentale introdurre strutture ausiliarie che migliorino la qualità e riducano i costi di test. Queste strutture hanno tre obiettivi principali:

  • Garantire la massima copertura dei parametri interni durante i test, rendendo misurabili correnti e tensioni chiave.
  • Consentire trimming e calibrazione per parametri ad alta precisione.
  • Abilitare test mirati, come stress test e leakage test, per identificare difetti latenti.

Per ottenere la testabilità interna, tutte le tensioni e le correnti rilevanti vengono instradate verso il livello top dell’ASIC, dove un multiplexer analogico in modalità test consente la misurazione diretta su un pin esterno. L’invio di questi segnali al multiplexer avviene solo durante il test, attraverso switch controllati, per evitare accoppiamenti indesiderati con segnali rumorosi che potrebbero degradare le prestazioni in esercizio.

l’affidabilità

L’affidabilità nel tempo è un aspetto cruciale, soprattutto nei settori automotive e industriali. Circuiti come specchi di corrente o coppie differenziali possono subire drift dei parametri per cause tecnologiche, come squilibri agli ingressi. L’adozione di circuiti dedicati riduce questi effetti, ad esempio portando a zero la tensione di differenza tra ingressi quando la coppia è disabilitata. La verifica dell’efficacia delle soluzioni progettuali si esegue tramite simulazioni di aging, che quantificano il drift dei parametri in un periodo esteso di utilizzo (fino a 15 anni).
L’affidabilità richiede anche test su ATE mirati a scoprire eventuali difetti nei dispositivi critici come power MOS di grandi dimensioni. Questi test prevedono stress mirati sui terminali gate-source e drain-source, con la disconnessione delle circuiterie ausiliarie per evitare danni secondari. Anche la logica digitale subisce prove di tenuta dielettrica (IDDQ e Vbump test) per verificare la robustezza dell’ossido di gate. Durante queste prove, è fondamentale spegnere eventuali blocchi analogici alimentati in parallelo e portare a potenziale noto le net flottanti, per evitare correnti parassite che falserebbero le misure.

la robustezza ESD e EMC

La protezione dai danni da scariche elettrostatiche (ESD) richiede strutture dedicate a livello top, in grado di limitare le tensioni pericolose sui pad di ingresso e uscita. La progettazione EMC (compatibilità elettromagnetica) ha due obiettivi complementari: ridurre le emissioni generate dai blocchi veloci (clock, switching regulator, charge pump) e garantire l’immunità dei blocchi sensibili a eventuali disturbi esterni. Tecniche come lo spread spectrum e filtri EMC a livello top e di blocco sono integrate nel layout per ridurre le emissioni e migliorare l’immunità.

per la sicurezza

Per dispositivi soggetti a standard ISO 26262 (ad esempio in ambito automotive), il livello di safety (ASIL) viene definito dal cliente. Si eseguono analisi approfondite:

  • DFMEA (Design Failure Mode and Effects Analysis), che valuta i fault sistematici e li classifica in base a severità, detection e occorrenza.
  • DFMEDA (Design Failure Mode, Effects and Diagnostic Analysis), che analizza statisticamente i fault randomici basandosi sul parametro FIT e la presenza di monitor o safety mechanism.

Queste analisi portano all’inserimento di circuiti di monitoraggio e di meccanismi di sicurezza sia a livello di blocco sia a livello top.

Il layout definisce fisicamente il chip, traducendo il progetto in maschere di processo che guidano la fabbricazione. Il floorplan stabilisce la disposizione ottimale dei macroblocchi, separando fisicamente e elettricamente blocchi rumorosi (es. oscillatori, regolatori switching) e blocchi sensibili (es. riferimenti di tensione, monitor). Ciò include duplicazioni di piste di alimentazione, uso di piani di massa dedicati e minimizzazione delle lunghezze delle piste, per limitare la resistenza parassita e migliorare l’affidabilità.

Tool avanzati eseguono verifiche di rispetto delle regole tecnologiche (Design Rule Checker – DRC) e la corrispondenza tra layout e schematico (Layout Versus Schematic – LVS).

Il layout introduce resistenze e capacità parassite che influenzano le prestazioni finali. Tool software dedicati estraggono questi parametri creando una “vista estratta” del circuito, che comprende accoppiamenti parassiti tra piste e verso massa. Le simulazioni post-layout utilizzano questa vista per verificare l’impatto dei parassiti e guidare eventuali modifiche: allargamento piste troppo resistive, spostamento di net rumorose, correzioni per migliorare l’integrità del segnale.

La progettazione digitale dell’ASIC si divide in due fasi principali:

  • Front End:
    • Progettazione funzionale e logica a livello RTL (linguaggi come VHDL o Verilog).
    • Inserimento di strutture per la testabilità (Design for Test, scan chain, BIST).
    • Simulazioni funzionali e di test per validare la logica prima della sintesi.
  • Back End:
    • Sintesi logica: conversione della logica RTL in netlist gate-level, con inserimento di Digital BIST e scan chain.
    • Verifiche: copertura test, verifica formale di coerenza tra RTL e sintesi.
    • Layout fisico: posizionamento, sintesi dell’albero di clock, routing, estrazione parassiti.
    • Verifiche finali: analisi temporale (timing check), verifica energetica (power check), DRC e LVS per rispettare regole di progettazione.
  • Post-layout: simulazioni finali, verifica della copertura dei test e rilascio dei pattern di test per ATE.

Simulazioni che integrano blocchi analogici e digitali, eseguite su tutto l’ASIC alimentato e stimolato tramite i pin esterni. Verificano la coerenza del sistema, la corretta comunicazione tra blocchi e la stabilità operativa in scenari reali, inclusi quelli di fault.

La produzione inizia con il file .gds contenente tutte le informazioni del layout. I wafer di silicio sono processati per realizzare i circuiti, quindi tagliati per ottenere i singoli die. Ogni die viene montato su un frame metallico e collegato tramite fili di bonding ai pin del package, che viene poi sigillato con resine plastiche o ceramiche per formare l’ASIC completo.

L’ASIC completato passa alla fase di validazione, durante la quale il progettista esegue test funzionali su schede appositamente realizzate per verificare la conformità alle specifiche. Parallelamente, il test engineer effettua la caratterizzazione utilizzando ATE, misurando i parametri elettrici e calcolando l’indice Cpk, che fornisce indicazioni sulla capacità produttiva e la stabilità del processo industriale.

Se la validazione o la caratterizzazione evidenziano discrepanze rispetto alle specifiche o un valore di Cpk troppo basso, si procede con un redesign. Questa fase permette di ottimizzare i circuiti e assicurare la piena rispondenza ai requisiti, garantendo la robustezza e la resa produttiva.

La qualifica finale dell’ASIC prevede test rigorosi (es. AEC-Q100) che simulano condizioni La qualifica finale dell’ASIC prevede test severi, come quelli definiti dallo standard AEC-Q100 per il settore automotive. Il dispositivo viene sottoposto a cicli di temperatura, pressione e umidità per verificare la tenuta dei parametri critici. Queste prove simulano condizioni operative estreme e confermano la robustezza e la stabilità dell’ASIC e del suo package, certificandone l’idoneità all’applicazione.

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    Glossario
    • ASIC (Application-Specific Integrated Circuit)

      Circuito integrato progettato e realizzato per svolgere una funzione specifica e ottimizzata in un’applicazione elettronica. A differenza dei circuiti standard, offre elevate prestazioni, efficienza energetica e personalizzazione completa.

    • MOSFET (Metal-Oxide-Semiconductor Field-Effect Transistor)

      Transistor a effetto di campo con gate isolato da un sottile strato di ossido. È il componente base della tecnologia CMOS, grazie alla sua capacità di commutazione rapida e al basso consumo statico.

    • CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor)

      Tecnologia che combina transistor NMOS e PMOS per ridurre il consumo statico e aumentare l’efficienza delle logiche digitali e analogiche integrate.

    • VLSI (Very Large Scale Integration)

      Tecnologia di integrazione che permette la realizzazione di circuiti con centinaia di milioni di transistor su un singolo chip, garantendo compattezza e performance elevate.

    • ULSI (Ultra Large Scale Integration)

      Evoluzione del VLSI che consente di superare la soglia del miliardo di transistor per chip, spingendo la miniaturizzazione e la complessità circuitale a livelli estremi.

    • Layout

      Rappresentazione fisica dettagliata del circuito integrato, comprendente maschere di processo, metallizzazioni, aree di contatto e isolamenti. È il passaggio finale prima della produzione in fonderia.

    • Floorplan

      Fase di piazzamento dei blocchi funzionali all’interno dell’ASIC, con attenzione alla separazione fisica ed elettrica tra aree sensibili e rumorose, alla minimizzazione delle lunghezze delle piste e all’ottimizzazione delle alimentazioni.

    • ESD (Electrostatic Discharge)

      Fenomeno di scarica elettrostatica che può danneggiare i componenti elettronici. La protezione ESD è fondamentale per la robustezza e l’affidabilità a lungo termine del dispositivo.

    • EMC (Electromagnetic Compatibility)

      Capacità di un circuito di operare senza interferire né essere disturbato da altri sistemi elettronici. Implica sia la riduzione delle emissioni elettromagnetiche sia la capacità di resistere a disturbi esterni.

    • Drift / Aging

      Graduale variazione dei parametri elettrici di un dispositivo durante la vita utile, dovuta a fenomeni di invecchiamento dei materiali e stress operativi.

    • Design for Testability (DfT)

      Approccio di progettazione che prevede l’inserimento di circuiterie e interfacce dedicate a facilitare il collaudo, migliorare la copertura di test e ridurre i costi di verifica.

    • ATE (Automatic Test Equipment)

      Apparati automatici avanzati per il testing di dispositivi elettronici, utilizzati in fase di caratterizzazione e produzione per misurare le prestazioni e verificare la conformità alle specifiche.

    • Cpk (Process Capability Index)

      Indice statistico che misura la capacità del processo produttivo di mantenere i parametri dei dispositivi entro i limiti di specifica, rappresentando un indicatore diretto della qualità industriale.

    • FIT (Failure In Time)

      Parametro che esprime la probabilità di guasto di un componente in un miliardo di ore di funzionamento, usato per quantificare l’affidabilità nel tempo.

    • SIL (Automotive Safety Integrity Level)

      Classificazione che indica il livello di sicurezza richiesto per un dispositivo elettronico in applicazioni automotive, con quattro livelli (A–D) crescenti in termini di criticità e requisiti di sicurezza.

    • DFMEA (Design Failure Mode and Effects Analysis)

      Analisi qualitativa dei guasti sistematici e dei loro effetti sul funzionamento dell’ASIC, basata su parametri come severità, detection e occorrenza.

    • DFMEDA (Design Failure Mode, Effects and Diagnostic Analysis)

      Analisi quantitativa dei guasti randomici e della copertura diagnostica (diagnostic coverage) dei monitor e dei meccanismi di protezione integrati.

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